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In veste di cantante

Lavoro e ho lavorato con musicisti singoli o piccoli gruppi per creare spettacoli musicali tematici: le canzoni di Bertolt Brecht, l'opera di Scott Joplin, il mondo di George Gershwin, la canzone francese, con particolare attenzione all'opera di Érik Satie, alla figura di Edith Piaf e alla vita e all'opera della cantautrice Barbara, di cui ho anche tradotto alcune canzoni.

Ma nel mio repertorio sta entrando sempre più anche la canzone d'autore italiana.

Come autrice di canzoni, ho scritto e interpretato qualcosa di mio, ma preferisco interpretare canzoni scritte da altri: il panorama è pieno di repertori bellissimi da divulgare e far ascoltare.

Riporto qui sotto solo alcuni dei repertori a me cari e che attualmente propongo.

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Raffaella Benetti

canta Barbara

L'opera della cantautrice francese Barbara, scomparsa nel 1997, in parte tradotta e cantata con Giannantonio Mutto al pianoforte, Stefan Corsi al contrabbasso e Thomas Sinigaglia/Luca Degani alla fisarmonica.

Per questo lavoro ho ricevuto il Premio Léo Ferré al Festival Ferré di S. Benedetto del Tronto.

 

San Benedetto come Nantes. Il nuovo “Concordia” quieto. Voilà Raffaella/Barbara/Ferré.

Quelli giusti.
Noi, attenti: abbiamo ascoltato la Francia del nord, respirato la Parigi che non era di moda, passeggiato tra i libri della rive-gauche.
Raffaella scalza. Normale. I “musicisti in fuga” di Paolo Conte: tre ombre sicure, nessuna ricerca d’applausi, occhi che si parlano.
Raffaella mai attrice. Solo artista.
Merci.

Pier Giorgio Camaioni

La grande guerra meschina

Nella sua orazione civile, La Grande Guerra Meschina, un racconto duro, commovente, altissimo, Alessandro Anderloni toglie ogni velo dalla memoria e tutto appare così chiaro, che a distanza di cento anni restiamo sgomenti. Quando le ultime note di Stelutis alpinis, cantate con superba bravura da Raffaella Benetti, accompagnata dalla fisarmonica virtuosa di Thomas Sinigaglia, guidano al silenzio, dopo un primo momento di smarrimento provi una voglia irrefrenabile di uscire e strappare i nomi dei generali da tutte le piazze e le strade d'Italia, vorresti che non te li avessero mai insegnati quei nomi, vorresti che fossero stati consegnati all'oblio con il marchio dell'infamia.
                                           Andrea Nicolussi Golo, L'Adige

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Au bal de la chance

La nostra storia inizia nel 1935. Due ragazzine girano cantando per le strade di Parigi. Una ha 17 anni, l’altra quasi 20. Si chiamano Simone Berteaut, detta Mômone, e Edith Giovanna Gassion.

Sono inseparabili da 4 anni...

 

La vita di Edith Piaf raccontata attraverso le sue canzoni più significative. Un concerto dedicato alla più grande chanteuse réaliste del '900 francese.

Con la fisarmonica di Thomas Sinigaglia.

Anima

Un concerto in punta di bocca e in punta di dita! Con la chitarra di Enrico Breanza, le canzoni che affrontiamo esprimono il colore, il sole, la passione. Raccontano il pianto, il riso, la nostalgia che taglia come l'acciaio affilato.

Svelano un mondo dipinto di suoni, dove la musica è l'elemento essenziale per tradurre l'impellenza dell'anima.

Un mondo ricco di quel sentimento di genuinità, di autenticità che spinge a dare valore al tempo della vita.

E' la sobrietà contrapposta all'opulenza. Canzoni per esprimere la meraviglia del vivere e del morire.

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Sous le ciel de Paris

Si racconta che, da qualche parte nel mondo esista una città verso la quale ogni cuore vola. È una città fantastica, incantata, in cui ogni anima può trovare la propria pace.
La mia città dell'anima è Parigi.
Il concerto è una passeggiata attraverso questa città del mio cuore, a ricordare le voci di una Parigi della memoria. Storie e canzoni dalla Ville Lumière. Un passo indietro nel tempo, con l'odore dei vecchi bistrots e delle caves. 
Un canto di strada sulle note di un accordéon. 
Con la fisarmonica di Thomas Sinigaglia

Canzoni nella notte

Le bellissime canzoni scritte da Bertolt Brecht tra gli anni ’20 e ’40 del secolo scorso e musicate da Kurt Weill, Hanns Eisler, Paul Dessau. Canzoni per la maggior parte tratte da Singspiele, drammi musicali, e quindi presentate come pezzi di teatro.
Alcune in tedesco, altre nella traduzione italiana, altre in francese.
Un piccolo tuffo nell’atmosfera dei vecchi cabaret, dei teatri sgangherati, dei cortili berlinesi, dei bar del porto in cui si situano le languide e disperate canzoni di Bertolt Brecht.
“Tempi bui”, definiva quegli anni l’autore tedesco.
E “Canzoni nella  notte” sono appunto le canzoni che descrivono quei  tempi  bui: disperati  e disperanti, certo, ma pieni di fascino e di suggestione.
Al pianoforte, Giannatonio Mutto

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Quartettomanontroppo

Il Quartettomanontroppo unisce quattro artisti che gravitano in diversi ambiti musicali e teatrali:
Raffaella Benetti soprano, Silvia Manfrini soprano, Luigi Paganotto tenore, Piet Paeshuyshe basso.
E' un'originale formazione "a cappella" che fonde vari generi musicali: dal mottetto cinquecentesco ai Beatles, da Bach al Blues alla canzone d'autore. Sempre utilizzando la tecnica del canto senza accompagnamento, il quartetto crea sonorità originali, di facile e divertente ascolto.

Il tutto riarrangiato in una frizzante chiave parodistica, ricca di spunti e sorprese inattese. Le gags si susseguono in una kermesse di note e di trovate cabarettistiche, inventando ricercati e inusuali giochi scenici, con spreco di coreografie e movenze alla “Platters”. Anche se, ai lustrini, allo stile patinato delle halls americane degli anni sessanta, alle armonizzazioni ineccepibili e un po’ kitsch, si sostituisce il sanissimo spirito goliardico di quello che possiamo considerare un vero manipolo di provocatori canori.

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